UN ANEDDOTO:

La prima volta che Olivia, mia allieva di judo, provò la
tecnica con cui poi avrebbe vinto diversi titoli, mi disse “non me la sento, non ce la faccio e mi espongo troppo, così perdo”. La ripetizione, i tentativi e le sconfitte in allenamento e in gara le hanno permesso di affinare il movimento e trovare il giusto equilibrio per essere
efficace nel ribaltare l’avversaria senza rischiare di perdere. Prima e dopo allenamento Olivia sperimenta sul materasso, proietta e si fa proiettare a ripetizione e accetta tutti i giorni che il suo equilibrio possa essere il risultato di un percorso di tanti tentativi fallimentari

LA CADUTA COME ELEMENTO STRATEGICO
DI CRESCITA IN UFFICIO E TRA
“DIVISIONI”

 

Chi è riuscito di più è chi ha sbagliato di più.

“Hai sbagliato tu, ora ripari!” o “Hai fatto tu il casino, ora lo risolvi!”, frasi
sentite e risentite nelle aziende, mi hanno fatto pensare a lungo
all’opportunità di creare una formazione aziendale che andasse oltre il
concetto dei cosiddetti “corsi a catalogo”. Una formazione sfidante
doveva rivedere i tradizionali meccanismi di attribuzione dell’errore al
collega e del senso di colpa e di giudizio che ne derivavano. Le stesse
dinamiche della crescita nello sport fanno ripensare, in modo
paradossale, il nostro approccio all’errore: nel rugby cado in
continuazione, passo indietro la palla per andare avanti; nel judo
imparo a cadere, a perdere, a farmi proiettare, prima ancora di
imparare la tecnica per ribaltare l’avversario. La crescita attraverso
l’errore è proprio questo: costruire degli approcci d’aula che
ridefiniscono il nostro approccio allo sbaglio e all’attribuzione di colpa,
al fine di perseguire in modo strategico ed efficiente i processi e gli
obiettivi condivisi.

La comunicazione con cui cresciamo in ogni ambiente definisce il
pensiero e le convinzioni che ripetiamo a noi stessi ogni mattina.
Quando dobbiamo puntare il dito e dire “Chi è stato?” è la stessa cosa.
Quando c’è un problema la prima domanda che facciamo è, appunto,
chiedere: “Chi ha combinato il guaio?” invece di dire: “Questa è la
situazione, risolviamo!”. Ricostruire una formazione che permetta di
rivedere il proprio approccio individualistico, far ripensare in modo
positivo e costruttivo le dinamiche legate allo stress, alle priorità,
al senso di urgenza emotivo dovuto al “ora risolvi”, fanno parte di
un percorso mirato della crescita attraverso l’errore. Aspetti
sensibili e fortemente legati a questo percorso sono, tra gli altri: il
concetto di fallimento, legato alla resilienza ma anche al principio
di antifragilità di Taleb; la costruzione di un ambiente di apertura,
fiducia e approcci di leadership costruttivi per consentire alle
persone di non aver paura ad apprendere dalle cadute. Riferimenti
sportivi ed approcci esperienziali che rendono evidenti i limiti
dell’ego e l’attribuzione di colpa così come la descrive Velasco nei
suoi aneddoti sulla pallavolo. Questi sono fondamentali per la
costruzione di metodi e risposte condivise di fronte all’impasse
dell’errore.

    Sei interessato a questo percorso per la tua azienda?

    Contattami qui.

    Privacy